Descrizione
Il Bertolotti, nella seconda metà dell’Ottocento scrive: "Il Montiglio è una collina a mezzodì del borgo lunga quasi 2 Km ricca di vigneti e di querceti a mezzodì e folta di castagneti a settentrione. Il vino è copioso e buono e lo sarebbe maggiormente se confezionato con più cura. Nel 1870 il borgo di Rivara è in prevalenza agricolo ed essenzialmente viticolo.”
Certo è che, e le vecchie immagini giunte a noi lo confermano, sino agli anni del secondo dopoguerra l’estensione dei terreni coltivati a vigna, in Rivara, era maggiore di quella odierna. Diverse fami-glie, fino ad allora, avevano tratto il loro sostentamento dalla coltivazione della vite e dalla produ-zione di vino e ne sono prova i ruderi ancor oggi visibili delle grosse cascine della "Vigna veia" e della "Vigna grossa" sulla collina di Montiglio e altre sulla collina delle grange di Camagna.
La zona di Montiglio è la più affascinante, con le stradine che la attraversano in lungo e largo, quasi sempre pianeggianti e fiancheggiate da alti alberi che gli donano un’ombra rinfrancante specialmente nel periodo estivo; facilmente raggiungibile da via Levone oppure da via Barbania in zona Vanetta è l’ideale per chi vuole farsi una bella passeggiata a piedi, in bicicletta o a cavallo. Passeggiando per questa collina sembra di attraversare una fetta di storia di Rivara, si possono ammirare i resti di grandi case coloniche, si può notare il grande amore con cui i proprietari, oramai quasi tutti non più giovanissimi, curano i propri vigneti con metodi di lavorazione che non sono cambiati di molto con il passare degli anni. Si possono ammirare molte piccole e caratteristiche costruzioni dette "ciabot", capanni degli attrezzi dalle pittoresche architetture, alcuni più piccoli altri più grandi ed antichi dotati anche di stalle per il ricovero degli animali da lavoro, piccoli cubicoli o fabbricati a due piani, incor-niciati da tralci di viti e contornati da piante da fiore.
Sono lo specchio dell’animo e dell’ambizione del proprietario della vigna, c’è chi lo usa solo come deposito degli attrezzi e chi lo ha arredato con mobili di recupero e con tavolate sotto il pergolato antistante l’entrata, ideale per scampagnate domenicali con gli amici; c’è chi attorno al suo "ciabot" coltiva un piccolo orticello e chi ha cespugli di rosmarino; chi lo vive come un rifugio ristoratore lon-tano dalla frenesia che occupa la vita di tutti i giorni, insomma quasi tutti i proprietari dei vigneti han-no dato un tocco personale a queste casettine che sembrano uscite dal remoto tempo imprecisato di una favola. Il periodo migliore per visitare le zone dei vigneti è sicuramente quello della vendem-mia. Verso la fine di settembre, le vigne, come d’incanto, si ripopolano e palpitano nel vociare di gente allegra, perché la vendemmia è allegria; le viti sembrano danzare al ritmo delle pigiatrici e al sordo borbottio dei motori dei trattori che viaggiano avanti e indietro per caricare e scaricare il pre-zioso mosto.
Certo è che, e le vecchie immagini giunte a noi lo confermano, sino agli anni del secondo dopoguerra l’estensione dei terreni coltivati a vigna, in Rivara, era maggiore di quella odierna. Diverse fami-glie, fino ad allora, avevano tratto il loro sostentamento dalla coltivazione della vite e dalla produ-zione di vino e ne sono prova i ruderi ancor oggi visibili delle grosse cascine della "Vigna veia" e della "Vigna grossa" sulla collina di Montiglio e altre sulla collina delle grange di Camagna.
La zona di Montiglio è la più affascinante, con le stradine che la attraversano in lungo e largo, quasi sempre pianeggianti e fiancheggiate da alti alberi che gli donano un’ombra rinfrancante specialmente nel periodo estivo; facilmente raggiungibile da via Levone oppure da via Barbania in zona Vanetta è l’ideale per chi vuole farsi una bella passeggiata a piedi, in bicicletta o a cavallo. Passeggiando per questa collina sembra di attraversare una fetta di storia di Rivara, si possono ammirare i resti di grandi case coloniche, si può notare il grande amore con cui i proprietari, oramai quasi tutti non più giovanissimi, curano i propri vigneti con metodi di lavorazione che non sono cambiati di molto con il passare degli anni. Si possono ammirare molte piccole e caratteristiche costruzioni dette "ciabot", capanni degli attrezzi dalle pittoresche architetture, alcuni più piccoli altri più grandi ed antichi dotati anche di stalle per il ricovero degli animali da lavoro, piccoli cubicoli o fabbricati a due piani, incor-niciati da tralci di viti e contornati da piante da fiore.
Sono lo specchio dell’animo e dell’ambizione del proprietario della vigna, c’è chi lo usa solo come deposito degli attrezzi e chi lo ha arredato con mobili di recupero e con tavolate sotto il pergolato antistante l’entrata, ideale per scampagnate domenicali con gli amici; c’è chi attorno al suo "ciabot" coltiva un piccolo orticello e chi ha cespugli di rosmarino; chi lo vive come un rifugio ristoratore lon-tano dalla frenesia che occupa la vita di tutti i giorni, insomma quasi tutti i proprietari dei vigneti han-no dato un tocco personale a queste casettine che sembrano uscite dal remoto tempo imprecisato di una favola. Il periodo migliore per visitare le zone dei vigneti è sicuramente quello della vendem-mia. Verso la fine di settembre, le vigne, come d’incanto, si ripopolano e palpitano nel vociare di gente allegra, perché la vendemmia è allegria; le viti sembrano danzare al ritmo delle pigiatrici e al sordo borbottio dei motori dei trattori che viaggiano avanti e indietro per caricare e scaricare il pre-zioso mosto.
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
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Indirizzo | Borgata Montiglio |
Modalità di accesso
Accesso libero su strade di campagna