Descrizione
Nei dintorni dell’anno mille Rivara aveva certamente un aspetto diverso da quello attuale. Il torrente Viana aveva un corso completamente diverso e, invece di scendere come oggi verso Pertusio e quindi ai confini con Busano, il suo letto correva praticamente nel bel mezzo dell’attuale paese. Questa situazione faceva sì che la collina ove sorge il castello fosse in una posizione di difesa molto agevole, favorita dagli elementi naturali quali il Viana da due lati ed una scarpata alquanto ripida sul lato verso Pertusio; su di essa cominciò a sorgere il primitivo borgo di Rivara posto a sud-est del castello, tra il castello stesso e la borgata Mantello, nel luogo denominato ville vecchie.
Quando Viana cambiò il suo corso, all’incirca verso l’anno 800, si iniziò a costruire l’attuale centro abitato di Rivara, situato in posizione migliore e più assolata, iniziò pure la decadenza e l’abbandono dell’antico borgo.
Si può credere con certezza che la prima parrocchia di Rivara, sorgesse dove tuttora sorge la Chiesa di S. Giovanni Decollato già alcuni secoli prima dell’anno 1000.
Innanzi all’antica S. Giovanni stava un portico od atrio, sotto il quale solitamente si radunavano i maggiorenti del paese per trattare e decidere cose di particolare importanza; vi convenivano pure i notai per la stipula di atti di compera e vendita come dimostrato dal Cartario del G. Frola il quale riporta che nel 1345 un atto notarile si stipulava sub porticus S. Joannis.
Dopo il crollo della primitiva Chiesa attorno al 1600, la nostra Chiesa non tardò a risorgere dalle sue rovine, in dimensioni più ridotte rispetto alle originali. Il fabbricato, ai tempi della prima ricostru-zione, occupava lo spazio che attualmente va dalla porta al gradino del presbiterio. Dopo questa prima ricostruzione, con buona probabilità si effettuò un intervento migliorativo del sagrato. A questo intervento potrebbe riferirsi l’iscrizione sul gradino della soglia di ingresso che riporta “MUNICIPALITA’ 1799”.
Il sommo pontefice Pio VI in data 22 aprile 1799 concedeva l’indulgenza plenaria in perpetuo a tutti i fedeli che, confessati e comunicati, visitavano la Chiesa il giorno della festa, 29 agosto, e nel triduo precedente.
L’ampliamento finale, il coro originale, il vecchio altare e la sacrestia furono eretti nel 1815, grazie alle elemosine di tutto il paese. L’annesso cimitero, riferimento per la cristiana sepoltura per alme-no otto secoli, venne smantellato in questa occasione e parte dei poveri resti vennero raggruppati sotto il pavimento della chiesa. Allo stesso periodo risale la fattura di un quadro raffigurante il marti-rio del santo, dipinto presumibilmente a spese del rettore Don Venere, il quale abitava presso l’antica canonica. Il quadro risultava completamente in rovina agli inizi del ‘900. L’attuale dipinto su tela, raffigurante il martirio di S. Giovanni Battista posto dietro l’altare, risale al 1927 ed è opera del pittore levonese Pollino.
La Chiesa fu dedicata al martirio di S. Giovanni solo dopo il 1800, prima era denominata "Ecclesia S. Joannis extra terram Ripariae".
La Chiesa era alla fine dell’800, come lo è tuttora, di spettanza del comune il quale in quegli anni vendette l’annessa casa ed il giardino recintato che per secoli aveva servito da cimitero.
La Chiesa di S. Giovanni Decollato, dopo alterni periodi di decadenza, venne arredata con addobbi, quadri e banchi provenienti da altre chiese rivaresi come l’Annunziata e la parrocchiale.
In particolare, la parrocchiale è origine dell’interessante Via Crucis, databile a cavallo tra la fine del settecento e l’inizio dell’ottocento, oggetto di una campagna di restauro, volta a preservarla dalla totale rovina.
La manutenzione, salvo quella minima ed essenziale, cessò dopo il secondo dopoguerra sino all’avvento di quella che oggi è La Badia.
Si ricostituisce nel 2000, per ora solo sulla parola, l’antica Badia dei Quaranta del Drapò (originariamente costituita, nel 1797, da Don Venere, allora rettore della Chiesa di S. Giovanni “extra ter-ram riparie” il quale costituì l’Abadia Di San Giovanni Decollato composta di 40 capi di casa che comprarono la bandiera, simbolo della loro unione e fratellanza) con lo scopo di preservare il patrimonio artistico e storico della Chiesa, apportare i miglioramenti necessari e restituirle dignità.
Si riscoprono pure delle simbologie che fanno crescere questa “famiglia” in modo armonioso e concorde. Il foulard che distingue i confratelli della Badia, è donato ai priori di ogni anno e a tutti coloro che in qualche modo offrono il loro supporto per i fini della Badia a simbolo d’imperitura appartenenza e fratellanza.
Oggi, l’ultima domenica di Agosto, è una giornata in cui gli abitanti del borgo ed i loro tanti amici, si ritrovano per stare insieme, nella preghiera prima e nella quiete della campagna rivarese dopo, per riassaporare la vita vera, l’armonia e trovare rifugio dalle frenesie di tutti i giorni, in un clima festoso in cui i lieti canti, il buon vino rigorosamente del posto ed i manicaretti fatti in casa accompagnano in una laica, ma festosa processione la visita delle vigne e dei cortili delle case che circondano la Chiesa.
Quando Viana cambiò il suo corso, all’incirca verso l’anno 800, si iniziò a costruire l’attuale centro abitato di Rivara, situato in posizione migliore e più assolata, iniziò pure la decadenza e l’abbandono dell’antico borgo.
Si può credere con certezza che la prima parrocchia di Rivara, sorgesse dove tuttora sorge la Chiesa di S. Giovanni Decollato già alcuni secoli prima dell’anno 1000.
Innanzi all’antica S. Giovanni stava un portico od atrio, sotto il quale solitamente si radunavano i maggiorenti del paese per trattare e decidere cose di particolare importanza; vi convenivano pure i notai per la stipula di atti di compera e vendita come dimostrato dal Cartario del G. Frola il quale riporta che nel 1345 un atto notarile si stipulava sub porticus S. Joannis.
Dopo il crollo della primitiva Chiesa attorno al 1600, la nostra Chiesa non tardò a risorgere dalle sue rovine, in dimensioni più ridotte rispetto alle originali. Il fabbricato, ai tempi della prima ricostru-zione, occupava lo spazio che attualmente va dalla porta al gradino del presbiterio. Dopo questa prima ricostruzione, con buona probabilità si effettuò un intervento migliorativo del sagrato. A questo intervento potrebbe riferirsi l’iscrizione sul gradino della soglia di ingresso che riporta “MUNICIPALITA’ 1799”.
Il sommo pontefice Pio VI in data 22 aprile 1799 concedeva l’indulgenza plenaria in perpetuo a tutti i fedeli che, confessati e comunicati, visitavano la Chiesa il giorno della festa, 29 agosto, e nel triduo precedente.
L’ampliamento finale, il coro originale, il vecchio altare e la sacrestia furono eretti nel 1815, grazie alle elemosine di tutto il paese. L’annesso cimitero, riferimento per la cristiana sepoltura per alme-no otto secoli, venne smantellato in questa occasione e parte dei poveri resti vennero raggruppati sotto il pavimento della chiesa. Allo stesso periodo risale la fattura di un quadro raffigurante il marti-rio del santo, dipinto presumibilmente a spese del rettore Don Venere, il quale abitava presso l’antica canonica. Il quadro risultava completamente in rovina agli inizi del ‘900. L’attuale dipinto su tela, raffigurante il martirio di S. Giovanni Battista posto dietro l’altare, risale al 1927 ed è opera del pittore levonese Pollino.
La Chiesa fu dedicata al martirio di S. Giovanni solo dopo il 1800, prima era denominata "Ecclesia S. Joannis extra terram Ripariae".
La Chiesa era alla fine dell’800, come lo è tuttora, di spettanza del comune il quale in quegli anni vendette l’annessa casa ed il giardino recintato che per secoli aveva servito da cimitero.
La Chiesa di S. Giovanni Decollato, dopo alterni periodi di decadenza, venne arredata con addobbi, quadri e banchi provenienti da altre chiese rivaresi come l’Annunziata e la parrocchiale.
In particolare, la parrocchiale è origine dell’interessante Via Crucis, databile a cavallo tra la fine del settecento e l’inizio dell’ottocento, oggetto di una campagna di restauro, volta a preservarla dalla totale rovina.
La manutenzione, salvo quella minima ed essenziale, cessò dopo il secondo dopoguerra sino all’avvento di quella che oggi è La Badia.
Si ricostituisce nel 2000, per ora solo sulla parola, l’antica Badia dei Quaranta del Drapò (originariamente costituita, nel 1797, da Don Venere, allora rettore della Chiesa di S. Giovanni “extra ter-ram riparie” il quale costituì l’Abadia Di San Giovanni Decollato composta di 40 capi di casa che comprarono la bandiera, simbolo della loro unione e fratellanza) con lo scopo di preservare il patrimonio artistico e storico della Chiesa, apportare i miglioramenti necessari e restituirle dignità.
Si riscoprono pure delle simbologie che fanno crescere questa “famiglia” in modo armonioso e concorde. Il foulard che distingue i confratelli della Badia, è donato ai priori di ogni anno e a tutti coloro che in qualche modo offrono il loro supporto per i fini della Badia a simbolo d’imperitura appartenenza e fratellanza.
Oggi, l’ultima domenica di Agosto, è una giornata in cui gli abitanti del borgo ed i loro tanti amici, si ritrovano per stare insieme, nella preghiera prima e nella quiete della campagna rivarese dopo, per riassaporare la vita vera, l’armonia e trovare rifugio dalle frenesie di tutti i giorni, in un clima festoso in cui i lieti canti, il buon vino rigorosamente del posto ed i manicaretti fatti in casa accompagnano in una laica, ma festosa processione la visita delle vigne e dei cortili delle case che circondano la Chiesa.
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
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Indirizzo | Via San Giovanni Decollato |
Telefono | 0124.31135 (Parrocchia) |
Apertura | E' possibile prenotare una visita contattando il Sig. Chiapusso Massimo al numero 347/2413798 |
Modalità di accesso
Accesso con barriere architettoniche